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Full Name
Franco, Giacomo
 
Biography
Ce lo dice un foglio con S. Carlo in preghiera, da Palma il giovane (cfr. PINACOTECA DI BOLOGNA, 1980, n. 268) la cui iscrizione attesta che il Franco guarì il 15 agosto 1614 dopo essere stato cieco "per molti anni", durante i quali continuò la sua attività editoriale.Ci sembra dunque che solo uno studio critico generale sull'A. possa sciogliere i dubbi sull'autografia delle singole opere, poichè nel corpus della produzione dell'artista vi sono problemi non risolvibili isolatamente.Con tutto questo, per quanto riguarda i fogli della nostra raccolta, presenteremo come del Franco sia quelli con la sua firma, sia i ritratti dell'opera "Effiggie naturali dei maggiori Principi..." che reca nel titolo l'indicazione: "intagliate da Giacomo Franco"; le altre lastre che recano solo "Franco forma", le indicheremo come attribuite, pur precisando che riteniamo senz'altro sue quelle delle "Regole" del Palma, e non sua quella del volume: "Habiti d'Huomeni et Donne Venetiane".Così è per le pubblicazioni del periodo 1606-1614, cioè "Habiti d'Huomeni et Donne Venetiane...1610", "De excellentia et nobilitate delineationis...1611", (più noto col titolo della II ediz.: "Regole per imparare a disegnare i corpi umani", da disegni del Palma il giovane) e DOGLIONI G. N., La città di Venetia...1614", contengono lastre eseguite in precedenza, vecchie lastre riciclate, lastre di altri artisti e finalmente opere di bottega.Dopo il 1614 non abbiamo più notizie sull'attività del Franco nè come incisore nè come editore di nuove opere.Esiste una monografia: PASERO Carlo, Giacomo Franco, editore, incisore e calcografo nei secoli XVI e XVII. Firenze, Olschki, 1935 (estratto da: La Bibliofilia, vol. XXXVII, dispensa 8-10).Gli studi su questo incisore ci sembrano largamente insufficienti.In base alle nostre osservazioni pensiamo che la cecità sia sopraggiunta nel 1605-1606, quando l'A. stava terminando di incidere le tavole di: MORIGI Paolo, Giardino spirituale. Venezia, Moretti, 1608 (ma con l'excudit del Franco datato 22 gennaio 1606) e che a quell'epoca l'A. avesse già impostato altre opere per le quali aveva cominciato ad incidere lastre.In questi anni poi sembra che si sia generalizzato l'uso (cfr. PITTALUGA, CALABI, CATELLI ISOLA, PINACOTECA DI BOLOGNA) di considerare come del Franco anche i fogli firmati solo "Franco forma", anche quando l'incisione è chiaramente di basso livello.In secondo luogo fa problema il fatto che, quando nel 1595 il Franco iniziò anche un'attività di editore, cominciò a scrivere di preferenza soltanto "Franco forma" anche su lastre certamente sue e come tali dichiarate dai titoli delle serie (come in "Effiggie naturali de' maggiori principi... 1596" e in "Teatro delle più moderne imprese de guerra ... raccolte, disegnate ed intagliate in rame da Giacomo Franco 1597").Innanzitutto quello del monogr. "IAF", che appare su lastre certamente del Franco (ad esempio quelle di: "Del Franco, Modo di scrivere ... intagliato e publicato da Giacomo Franco. Venezia, 1595"), ma che Le Blanc e Benezit assegnano a Gio. Battista Franco ed il Nagler una volta a Giacomo, una volta ad un artista sconosciuto operante nel 1568.La cosa è complicata dal fatto che per un certo periodo l'A. diventò cieco.L'individuazione delle stampe autentiche del Franco presenta difficoltà non solo per l'ampiezza e la varietà della sua produzione, ma anche per l'alto numero dei fogli firmati solo "Franco forma", ma o noti come suoi per altra via o incisi con uno stile affine al suo e che spesso vengono citati come suoi.Per questo il suo elenco delle stampe dell'A. pubblicate sciolte è del tutto insicuro.Purtroppo il Pasero era un bibliofilo, non un esperto di stampe, per cui da una parte ha elencato con cura volumi ed album con stampe dell'A., dall'altra è caduto in errori clamorosi, quali quello di tradurre il francese "cuivre" non con "rame" ma con "cuoio", per cui ha assegnato serie di incisioni "in cuoio" anche a volumi che recano nel titolo: "adorno di figure in rame"; inoltre ha pensato che la firma "Franco fece" indicasse stampe incise dall'A. su proprio disegno, mentre "Franco forma" indicasse incisioni da disegno altrui.Questa varietà di attribuzioni deriva dal fatto che il Nagler riteneva che Giacomo fosse nato non nel 1550 ma nel 1560 e perciò non riteneva possibile assegnargli una stampa datata 1568.Un giudizio analogo può darsi della voce "Franco Giacomo" del Dizionario Biografico degli Italiani, redatta anch'essa da un bibliofilo, che è accurata (ma non completa) nell'indicare le prime edizioni delle serie del Franco, ma non si occupa dei fogli sciolti.