Bonacina, Giovan Battista II
Full Name
Bonacina, Giovan Battista II
Biography
In COMPOSTELLA A., 1994, si sostiene, riprendendo un'ipotesi di P. Arrigoni, che sarebbero esistiti tre incisori dello stesso nome, il I op. a Milano dal 1631 al 1659, il II op. a Roma dal 1645 al 1663, il III op. a Milano dal 1661 al 1683, come incisore, e fino al 1705 come calcografo.Questa tesi ci ha costretti a sottoporre ad un'analisi particolare le stampe che seguono, per giungere ad una loro attribuzione precisa. Le nostre ricerche ci hanno portato a formulare un'ipotesi diversa.Nella prima metà del Seicento, dev'essere esistito a Milano un modesto incisore, Giambattista Bonacina, che lavorò anche come editore di stampe a partire dal 1634 (al quale non appartiene nessuna delle stampe che seguono).Un suo figlio omonimo, o uno stretto parente, si recò a perfezionarsi nell'incisione a Roma e qui incise lastre a partire dal 1645.Quando il primo morì, la famiglia richiamò il secondo a Milano (1661) per tenere in vita la bottega, che in effetti egli condusse avanti fino al 1705 (?), continuando anche, finchè potè (1683), ad incidere lastre proprie.Nei primi tempi dopo il suo ritorno a Milano egli dovette esaudire anche commissioni ricevute a Roma, il che lo costrinse a ritornare colà per un breve periodo nel 1663.La Compostella così riassume le ragioni a sostegno della sua tesi: "l'esistenza di opere diverse eseguite nello stesso anno in luoghi differenti (Milano e Roma), gli aspetti tecnico-stilistici dei due gruppi di opere (il primo di una qualità artistica più raffinata rispetto al secondo) ed il tema in esse trattato...".Al contrario osserviamo: il Giambattista operante a Roma è certamente milanese, poichè così si firma chiaramente; la Compostella stessa assegna all'incisore milanese una lastra incisa a Roma ed a quello romano una milanese; un periodo di operatività di 38 anni (dal 1645 al 1683) non è affatto eccezionale per un artista; infine nè la tecnica (entrambi gli AA. usano l'acquaforte solo come supporto al lavoro del bulino) nè lo stile fanno differenze.Infatti, se è credibile che il Giambattista romano sia stato allievo del Bloemaert, varie sue incisioni imitano esplicitamente lo stile del Mellan, cosa che ritroviamo pari pari in lastre milanesi, nelle quali notiamo anche altri ricordi romani.La differenza dei temi trattati non ci sembra rilevante, sia perchè dovremmo esaminare caso per caso le attribuzioni dei fogli all'uno o all'altro fatte dalla Compostella, sia perchè per un bulinista, in cui la dimensione artigianale è ineliminabile, la scelta dei temi è dettata prevalentemente dall'ambiente in cui opera.Marginalmente osserviamo anche che l'affermazione che il Giambattista milanese si sia recato per un certo periodo a Vienna va respinta, poichè dipende dal non aver osservato che in alcuni dei ritratti da lui incisi per GUALDO PRIORATO Galeazzo, Vite et azzioni di personaggi militari e politici, Vienna, M. Thurnmayer, 1674 è chiaramente indicato come luogo di esecuzione Milano.Ci sembra dunque che non esistano elementi sufficienti per accettare la tesi della Compostella che, fra l'altro, ci costringerebbe a delle forzature per distinguere la produzione dei due artisti.Qualora si trovassero documenti storici a suo sostegno, tra le stampe che seguono si dovrebbero assegnare al primo A. i nn. inv. 2150, 2155-2157, 2159, 24860 e al II i nn. inv. 1594, 2151-2154, 2158.