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Full Name
Santi, Domenico
 
Biography
Nella dedica della prima parte dei "Campi ornati" il Santi scrive: "Consacro ... le primizie della mia mano scultrice...". Possiamo dunque ritenere certo che egli abbia inciso, anche se è ben difficile definire esattamente la sua produzione.In MALVASIA, Felsina Pittrice, Bologna 1841 vol. I pag. 105, leggiamo: "Del quale spiacemi non potere qui, come di vivente, toccare i meriti ... sì come per la stessa cagione tacer mi conviene, con involontaria ingratitudine, le dodici ingegnose cartelle per scudi d'arme, quali a me ha favorito dedicare il sig. Domenico Santi nella sua prima prova di tanti bei pensieri, che ha pronti, all'acquaforte".E' dunque certo che quando il Malvasia scriveva il Santi aveva già pubblicato una serie di 12 lastre e ne stava preparando altre. Se poi le abbia veramente incise è da vedere.L'Oretti in proposito dice soltanto: "Intagliò in rame dodeci ornamenti d'Arme e il frontespizio coll'Arma del Malvasia e l'ornamento [cioè con lo stemma Malvasia e la cornice ornamentale], con: All'Ill.mo e Rev.mo Sig. Co. Carlo Cesare Malvasia Canonico della Metropolitana di Bologna". Come si vede, l'Oretti trascrive esattamente l'intestazione del foglio di dedica da noi posseduto al n. inv 13342. E' significativo che lo chiami "frontespizio"; in effetti neppure noi conosciamo un frontespizio per questa serie e supponiamo che tale foglio ne facesse le veci.Il Bartsch invece assegna al Santi 4 ritratti: quello del Cantarini, firmato "Dom.co Santi I." e quelli dei tre Carracci, due dei quali firmati "Can.us I." [cioè "Canutus I."]. A questa piccola serie va aggiunto il ritr. del Francia, firmato "Dom.co Santi In." (cfr. esempl. Bibl. di Brera, Ritr. Racc. Spada II p. 73). Il Santi era stato scolaro del Canuti, non è quindi fuori luogo l'ipotesi del Bartsch che questi ritratti siano del Santi su disegno del Canuti.Il Bartsch poi ricorda che il Guarienti assegna al Santi una serie di cartouches che egli non ha mai vista. In base a questa indicazione in ILLUSTRATED BARTSCH vol. 42 pag. 197 sgg. si riproducono frontespizio e 13 tavole dei "Campi ornati. Opera seconda", le cui tavole però sono tutte anonime; solo sul frontespizio si legge: "Opera seconda di Domenico Santi Pittore".Esistono poi anche i "Campi ornati opera terza di Domenico Santi Cavagliere", serie datata 1695, le cui tavv. presentano la firma di Lodovico Mattioli e sono diverse come stile dalle precedenti (cfr. esempl. BMRe, 8. A. 386).Nella Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna si conservano due album con copertina muta ottocentesca (segnati 17. Y. I. 48/1 e 17. Y. I. 48/2) che presentano entrambi il frontispizio: "Campi ornati. Opera seconda di Domenico Santi Pittore", ma che sono in realtà assemblaggi di tre o quattro album diversi.Il primo infatti, dopo il frontispizio, presenta un foglio inciso con la dedica senza data ad un senatore Isolani: "Ill.mo Sig.r Sig. Pron.ne Col.mo. Alla nobiltà ... che io possa fregiare questi miei capricciosi disegni col nome di V. S. Ill.ma ... che la maestà del Leone Isolani o genererà rispetto ...Dom.co Santi"; a questo seguono 19 fogli che provengono da un album che presenta sul frontespizio una dedica firmata da Gio. Batt. Paganelli e contiene copie in controparte della serie di 24 cartouches di Agostino Mitelli.In mezzo a queste copie dal Mitelli sono inseriti al f. 11 uno dei "Campi ornati. Opera seconda" riprodotti in ILLUSTRATED BARTSCH, al f. 13 un cartiglio non ritrovato altrove di dubbia paternità, al f. 14 un cartiglio con un leone rampante (lo stemma Isolani) da assegnarsi al Santi e che certamente faceva parte dell'"Opera seconda" (l'Opera prima infatti è dedicata al Malvasia) e al f. 15 un altro cartiglio riprodotto in ILLUSTRATED BARTSCH.Il secondo album dell'Archiginnasio è simile a questo: dopo il frontispizio ed il foglio di dedica all'Isolani, presenta lo stemma Isolani, due fogli provenienti dai "Fragmenti diversi" disegnati dal Santi ed inc. da Carlo Antonio Forti (uno dei quali presente anche nel primo album), i due fogli del Santi riprodotti in ILLUSTRATED BARTSCH già visti, 19 cartouches dell'album del Paganelli (copie da Agostino Mitelli) e dieci tavole di decorazioni per soffitti corrispondenti a quelle della nostra serie inv. nn. 13332-13341.In sostanza in questi album troviamo 5 fogli dell'"Opera seconda" del Santi, due dei quali, quello di dedica e quello con lo stemma Isolani, mancano ad ILLUSTRATED BARTSCH e portano così a 16 il numero delle tavole della serie; troviamo poi due fogli dei "Fragmenti diversi", 19 tavv. dell'album del Paganelli e 10 tavv. di soffitti, la cui invenzione sulle lastre stesse 3 volte è assegnata al Santi, 2 volte a Michele Colonna. Queste 10 lastre per lo stile sono più vicine a quello del Buffagnotti che a quello del Santi.Nel Gabinetto Stampe della Pinacoteca di Bologna è conservato un album (segnato: Vol. 86) con stampe ritagliate ed incollate, dal titolo ms.: "Stampe Bolognese di Domenico Santi". Qui troviamo innanzitutto il frontispizio: "Varii modioni del Sig. Domenico Santi Cavagliere. 1683", cui seguono 11 fogli, quasi certamene della stessa serie (non così i due successivi, che provengono dai "Fragmenti"), poi varie stampe senza ordine, d'invenzione del Santi e finalmene al foglio 25 la lastra di dedica al Malvasia descritta dall'Oretti a cui seguono 10 fogli di "campi ornati", che possiamo rienere facenti parte della prima serie incisa dal Santi; seguono infine 10 fogli della "Opera seconda" riprodotta in ILLUSTRATED BARTSCH.Il discorso sui "Campi ornati" si completa con l'album della nostra raccolta inventariato ai nn.13342-13365/1, che è formato di 24 tavv. n.n. oggi sciolte, ma di cui A. Davoli ha mantenuto la numerazione originaria.In questo le ultime 10 tavv. corrispondono a 10 di quelle dell'Opera Seconda riprodotte in ILLUSTRATED BARTSCH, mentre tra le prime 14 vi sono 4 copie da Agostino Mitelli provenienti dall'album del Paganelli. Ne rimangono 10, compreso il foglio di dedica già ricordato dall'Oretti, che per identità di impostazione e di stile sono da ritenersi certamente del Santi e quindi costituenti la serie "Campi ornati. Opera prima". Nove di questi fogli sono compresi tra gli 11 della Pinacoteca bolognese, uno no e porta a 12 le tavole della serie (frontisp. più 11 tavv.) esattamente come indicato da Malvasia e Oretti.Per valutare poi le altre incisioni che Angelo Davoli nella sua raccolta aveva riunito sotto il nome del Santi, ricordiamo che egli aveva trovato le serie seguenti che presentavano il nome del Santi sul frontispizio:"Varii Modioni del Sig. Domenico Santi Cavagliere. 1683" (frontisp. + 13 tavv.; esempl. Pinacoteca di Bologna vol. 86);"Rabeschi inventati e delineati da Domenico Santi" (10 cartelle ovali; esempl. ex-racc. Guidelli di Brescia);"Fragmenti inventati e delineati da Domenico Santi" (6 tavv. nella racc. Ortalli di Parma);le 10 tavv. di sottinsù senza frontispizio della nostra raccolta e dell'album dell'Archiginnasio di Bologna.In mancanza di ulteriori notizie, non ci sembra opportuno procedere ad una valutazione più precisa circa la paternità di tutto questo materiale in base ad un'analisi stilistica. Il Santi infatti era inserito in una corrente artistica molto fiorente e nelle sue opere possono essere numerosi i dare e gli avere nei confronti degli altri artisti bolognesi. Era stato discepolo di Agostino Mitelli e fu a sua volta maestro di vari artisti, tra cui il prolifico Buffagnotti ed il Chiarini.E' anche ovvio ammettere che nella sua lunga vita avrà progressivamente mutato il uso stile rispetto a quello dei "Campi Ornati", ma non ne abbiamo indicazioni certe. Per di più le lastre bolognesi di quest'epoca sono di regola anonime, gli album che le contengono sono per lo più compositi (non per colpa dei collezionisti, ma di editori posteriori) e le indicazioni dei frontispizi si prestano a più interpretazioni.Per quanto riguarda dunque la valutazione dei fogli della nostra raccolta, presenteremo come opere certe del Santi le due serie dei Campi Ornati ed elencheremo come attribuite tutte le altre, con l'avvertenza che l'attribuzione ci pare più probabile per i "Modioni", visto che il titolo aggiunge "del Sig. Domenico Santi Cavagliere", meno probabile per i "Rabeschi" ed i "Frammenti", poichè il titolo precisa "inventati e delineati dal Sig. Domenico Santi", ma evita di aggiungere "ed incisi".Per completare la conoscenza dell'importanza del Santi nella storia dell'incisione, elenchiamo le serie di decorazioni architettoniche su sua invenzione delle quali conosciamo l'incisore:"Fragmenti diversi disegnati dal Sig.r Cav.re Domenico Santi Pittore. Carlo Alberto Forti intagliò. Marc'Antonio Fabri forma in Bologna 1679". (frontispizio più 10? tavv.)"Campi Ornati. Opera terza del Cav.re Domenico Santi Pittore Bolognese. Intagliati da Lodovico Mattioli in Bologna. 1695" Frontisp. più 13 tavole firmate (tranne tre)."Il primo libro di Soffitti inventati dal Sig.r Chavaglieire [!] Domenico Santi Pitore et intagliati da Carlo Buffagnotti" con dedica firmata: "Giacomo Camillo Mercati. Bologna 22 ottobre 1694". (frontispizio e varie tavole in disordine nella Racc, Ortalli della Palatina di Parma)."Varii inventioni di sofiti di Domenico Santi Pitore. Carlo Buffagnotti intagliò" (frontispizio e alcune tavole nella Racc. Ortalli della Palatina di Parma).