Toschi, Paolo scuola
Full Name
Toschi, Paolo scuola
Biography
La storia della Scuola Toschi è innanzitutto la storia dell'amicizia tra Paolo Toschi e Antonio Isac. Entrambi parmensi, cominciarono a collaborare nella "Società Parmigiana degli incisori all'Acquerello" (1807-1809); nel 1809 si trasferirono entrambi a Parigi per perfezionarsi alla scuola del Bervic, dove continuarono a incidere in collaborazione alcune lastre ed ottennero i primi successi. Poi l'Isac rientrò a Parma, dove assunse l'insegnamento di incisione all'Accademia delle Belle Arti.Il Toschi, perfettamente inserito nell'ambiente artistico parigino e sulla soglia dei primi successi internazionali, rientrò solo nel 1819, coll'importantissimo incarico di incidere il dipinto di maggior successo del momento, l'Ingresso di Enrico IV a Parigi di François Gérard.Sposatosi con una ragazza benestante dal cui padre poco dopo ereditò una casa sufficientemente ampia, il Toschi riprese la collaborazione con l'Isac ed insieme fondarono una scuola d'incisione nella casa del Toschi, da cui uscirono lastre con la dicitura: "Inc. nello Studio Isac e Toschi" (cfr. nel ns. V vol. i nn. 17316 e 17317). La scuola continuò anche dopo la morte dell'Isac (1829) col solo nome del Toschi; da questo momento quindi sulle lastre troveremo: "Scuola Toschi".Bisogna precisare innanzitutto che tale Scuola non coincideva con la cattedra d'Incisione presso l'Accademia di Belle Arti, cattedra che fu tenuta prima dal solo Isac e poi, dopo la sua morte, dal Toschi, che finchè visse fece devolvere il suo intero stipendio alla vedova Isac affinchè potesse mantenere i suoi sei figli.La Scuola Toschi era una scuola di perfezionamento per incisori che volessero praticare professionalmente l'arte ad alti livelli; ad essa convennero artisti di tutta Europa e da essa partirono i docenti di altre accademie prestigiose, come il Raimondi, che passò alla cattedra di Milano, il Costa a quella di Venezia, l'Eikens a quella di Berlino.La scuola però era anche un cenacolo di lavoro collettivo, una specie di cooperativa ante litteram. La maggior parte degli allievi infatti, una volta diventati professionisti, esercitarono il loro lavoro all'interno della scuola. Il Toschi raccoglieva le commissioni, individuava l'allievo più adatto a rispondervi (i paesaggi ad esempio erano affidati sempre al Boselli), gli affidava l'incarico, lo indirizzava ed interveniva personalmente a seconda delle esigenze, finchè l'incisione non fosse degna di essere presentata come della Scuola Toschi.Alla fine il compenso era tutto dell'allievo. Con tutto questo l'appartenenza alla scuola era un elemento prezioso sia per avere lavoro, sia per il valore dei risultati ed in effetti, grazie alla garanzia del Toschi, la scuola, e cioè i suoi allievi ottennero numerose commissioni per la Galleria di Torino e per quella di Firenze.Così, se nelle lastre firmate dal solo Toschi è evidente che nelle parti marginali vi sono certo interventi degli allievi (come è certo per tutte le grandi lastre dei migliori incisori del momento) è altrettanto certo che tutte le lastre firmate dagli allievi sono arricchite non solo dalla guida e dal controllo del Toschi, ma spesso anche da suoi specifici interventi manuali. Così sappiamo che nel Cristo firmato dal Dalcò la testa è incisa dal Toschi (cfr. PAOLO TOSCHI 1992 p. 239, lettera in data 12/4/1836), lo stesso è per la Fiducia in Dio firmata dal Raimondi, ecc.Su tutte le stampe della scuola dunque, dopo la firma dell'esecutore materiale, si potrebbe aggiungere: "Toschi dir."; egli però non voleva questo; in una sua lettera ad Antonio Sfezza, direttore della Soc. Ed. della Galleria Pitti si legge: "si permette di scrivere sotto alle incisioni fatte nella mia scuola "Scuola Toschi" oppure "N.N. incise nello Studio Toschi", ma non già "Toschi diresse" come viene proposto nell'ultima sua" (cfr. PAOLO TOSCHI 1992, p. 310, lettera in data 22/7/1841).