Rossi, Andrea I
Full Name
Rossi, Andrea I
Biography
Le notizie sull'artista o sugli artisti di questo nome sono quanto mai incerte.Il Gori parla di un Andrea Rossi di cui conosce lastre incise a Roma nel 1728.Il Moschini (pag. 98) descrive invece varie lastre di un artista veneto, allievo e imitatore abilissimo del Pitteri, con date che vanno dal 1771 al 1775 e considera quindi un errore la data 1728 (che per ulteriore errore di stampa è diventata 1782) indicata dal Gori.Sono però documentate dalle incisioni sia la data 1728 sia quella 1775 per cui oggi sia BENEZIT che THIEME-BECKER parlano di un artista operante a Venezia e a Roma dal 1727 al 1775.Il Thieme-Becker precisa che queste sono le date delle sue incisioni, col che rivela di non possedere notizie di altra fonte.In effetti esistono lastre con la firma "Andrea Rossi" certamente romane e datate 1727-1733; troviamo poi un secondo gruppo di incisioni romane datate 1752, 1759, 1761, 1768 e 1775 ed infine un gruppo di stampe di un ottimo discepolo ed imitatore del Pitteri su cui troviamo sia l'indicazione "sculp. Venetiis" sia "Venetus sculpsit Romae".Alcune di queste recano date dal 1765 al 1775. Di questo incisore veneto il Moschini riferisce che Pompeo Batoni, rimasto ammirato per la bellezza di una sua incisione, lo chiamò a Roma (dove rimase fino alla morte) per fargli incidere i ritratti dell'imperatore Giuseppe II e di Leopoldo di Toscana da lui dipinti.La stampa con entrambi questi ritratti è datata 1775 ed il trasferimento dell'A. da Venezia a Roma può essere ritenuto di poco antecedente (esiste il ritratto del card. Gregorio Cortesi datato 1774 che lo fa supporre a Roma già in tale anno).Con tutto questo Angelo Davoli pensava che si dovesse ipotizzare l'esistenza di 3 incisori omonimi di cui due romani (op. rispettivamente dal 1727 al 1733 e dal 1752 al 1775) ed uno veneto, operante nel terzo quarto del secolo.In effetti può essere ritenuta certa l'esistenza di almeno due artisti omonimi, uno romano, operante nel 1727, ed uno veneto, operante nella seconda metà del secolo.In aggiunta ai dati riferiti però va segnalato che in SALMON, Lo Stato presente di tutti i Paesi..., pubblicato a Venezia dall'Albrizzi, si trova la stampa: "Il famoso Faro della città d'Allessandria" firmata da un Andrea Rossi, che dunque sarà l'Andrea veneto; la stampa però è inserita nel vol. VI che è datato 1738. L'inizio dell'attività di questo va dunque anticipata ed è logico pensare che egli in gioventù abbia lavorato per i tipografi e che per questo la sua attività sia rimasta sconosciuta (nella stessa opera del Salmon molte tavole sono anonime), poi, entrato nella bottega del Pitteri, si sia elevato alla stampa d'arte.Con questo non si risolve il problema dell'assegnazione delle altre incisioni romane della seconda metà del secolo (che certo non sono dell'Andrea veneto), vista la differenza di stile rispetto a quelle del 1727-'33, visto il grosso scarto cronologico e visto il fatto che comporterebbero per l'autore un'attività di mezzo secolo, il che è piuttosto raro.In mancanza di ulteriori notizie, ci sembra quindi prudente ed utile seguire l'ipotesi di A. Davoli, che le assegna ad un terzo artista.